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Chi ricorderà mai che, a Palermo, al posto del Bellini che un tempo era Santa Lucia e poi Real Teatro Carotino, c'era nel Settecento un piccolo teatrino per poveri avventori, i Travaglini, nome che in seguito venne ripreso dai teatranti palermitani che nelle cantine degli anni Sessanta, mischiavano contestazione e fantasia? Era il primo febbraio 1925 e il teatro chiudeva le porte per la prima volta, ma è anche un modo per recuperarne brandelli di storia. E il 12 febbraio 1578 si organizzò la prima «corsa delle bagasce» (che era il termine mutuato dal francese per indicare le criate di casa): la prima ad arrivare guadagnò una gonna con busto di raso. Andiamo al 3 febbraio: in quella data, nel 1682, fu posta la prima pietra della chiesa del Santissimo Salvatore. Ma anche, il 3 febbraio 1922, fu avviata la demolizione del Castello a Mare tra coloro che manifestarono contro ci fu anche Ernesto Basile. E così via: anche questo secondo volume del «Diario palermitano dal Medioevo al secondo dopoguerra» di Santi Gnoffo è un susseguirsi di storie estorielle, brandelli di almanacchi e passi di annali storici - il Villabianca tra tutti, ma anche Rosario La Duca ha le sue responsabilità-, dicerie ed articoli d'epoca. Affondando le radici all'epoca delle più antiche fonti medievali e giungendo con le sue propaggini a toccare gli anni quaranta del Novecento quest'opera racconta al lettore la vita di Palermo grazie alle annotazioni giornaliere - come in un vero diario - degli avvenimenti più significativi. Accanto agli eventi trovano spazio proverbi, inserti lirici, modi di dire, tradizioni e usi popolari in grado di restituire il senso di una continuità mai scalfita dal trascorrere del tempo. È così che i lettori più anziani potranno trovarvi il ricordo dei racconti ascoltati nell'infanzia, così come i più giovani potranno soddisfare la curiosità nei confronti di un mondo ormai scomparso. Dodici volumi da consultare periodicamente o da leggere tutti d'un fiato per immergersi nella quotidianità di una città dal fascino unico.